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Leggere per leggersi: tra Bucay e Gamberale

La rubrica dedicata alla lettura condivisa



Lascia che ti racconti. Storie per imparare a vivere di Jorge Bucay

Un libro che fa sorridere, riflettere, a tratti malinconico. Attraverso una raccolta di storie popolari, aneddoti, proverbi e favole, utilizzati dall’autore stesso con i propri pazienti, Bucay fornisce una serie di suggestioni rispetto a dei modi utili di affrontare determinate situazioni e stati d’animo che possiamo incontrare nella vita quotidiana.


Sceglie come protagonista Demián, un paziente immaginario che si reca nello studio del “Gordo” riferendo di avere difficoltà relazionali. Un po’ come tutti noi, è spesso condizionato da un’ansia insaziabile che si alimenta nel momento in cui i problemi sono assenti: «ogni volta che non vedo grosse complicazioni all’orizzonte, comincio a cercare che cosa manca a questo o a quello per essere perfetto». Gli viene spiegato che questo è un problema della nostra società contemporanea, che punta tutto sull’avere e non sull’essere.


Un libro che fa riflettere su differenti punti di vista, sul fatto che spesso l’errore più comune che facciamo è di «credere che la posizione in cui mi trovo sia l’unica da cui si vede la verità.

Il sordo crede sempre che chi balla sia pazzo.»


Come lo stesso autore afferma: «queste storie sono state scritte soltanto per indicare un punto o un sentiero. Il compito di cercare all’interno, nel profondo di ogni racconto il diamante nascosto… è affidato a ciascuno di voi».

 





Per dieci minuti di Chiara Gamberale

Con grande semplicità, delicatezza e introspezione l’autrice descrive un esercizio rivolto al cambiamento proposto da Rudolf Steiner. Un esperimento: dedicare dieci minuti al giorno a se stessi per un mese a fare una cosa assolutamente nuova.

Una ricetta per sperimentarsi, un gioco per mettersi in gioco, una finestra di approfondimento su noi stessi, stando con se stessi, per scoprire o riscoprire aspetti di noi. Un modo per incontrarsi, per liberarsi da regole poco creative che, per un motivo o per un altro, fanno parte della nostra quotidianità, a partire dalla mancanza di tempo.

Chiara Gamberale ci invita, con ottimismo, a lasciarci andare a nuove scoperte accogliendo la possibilità di rompere ritmi prestabiliti, provando a farci mettere da parte la paura del giudizio.



«Dieci minuti al giorno. Tutti i giorni.

Per un mese.

Dieci minuti per fare una cosa nuova,

mai fatta prima.

Dieci minuti fuori dai soliti schemi.

Per smettere di avere paura.

E tornare a vivere».

 





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